V Domenica di Quaresima
Vangelo secondo Giovanni (11, 1-53)
In quel tempo... Gesù, commosso profondamente, si recò al sepolcro di Lazzaro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni". Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?". Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". Detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: "Liberatelo e lasciatelo andare"...
Mi chiedo perché Gesù, pur sapendo bene che il suo amico Lazzaro sta molto male, aspetta due giorni per recarsi a Betania. Perché vuole accertarsi di arrivare e trovarlo già nel sepolcro? Non credo desideri “soltanto” dimostrare di essere figlio di Dio per convertire qualcuno. (Una persona che ha fede non dovrebbe aver bisogno di segni per essere convinta, mentre a una che non crede non bastano nemmeno i miracoli per cambiare idea). E infatti, alcuni crederanno e altri andranno a riferire l’accaduto ai Farisei, che decideranno di trovare un motivo qualunque per arrestarlo.
Nel quotidiano, come Marta e Maria, mi chiedo perché Gesù in alcune situazioni non venga prima. Come Marta, affermo di essere certa che qualunque cosa Lui chiederà a Dio per me, Dio gliela concederà, ma appena mi domanda di spostare la pietra che ho sul cuore, oppongo il mio punto di vista: “Eh, guarda che se la rimuovo manderà odore”. Come se Lui non lo sapesse… Quindi, cosa potrebbe volermi dire un Gesù commosso che, ciò nonostante, mi grida a gran voce “Lazzaro vieni fuori”? Forse, che potrei già vivere ora un anticipo di paradiso se solo fossi capace di morire a me stessa, di venire fuori dal sepolcro del mio egoismo. Mi vengono in mente altre parole di Gesù: “Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto”. Forse, vuole dirmi che i miei progetti devono prima passare attraverso un buio temporaneo, così che io possa sciogliere mani e piedi da ciò che li lega, per poi realizzarli e portare molto frutto. Intanto, mentre cerco di capire cosa mi chiedi, Gesù, ricordami sempre di credere in Te.
Nicoletta Maggioni
AVVISI NELLA COMUNITÀ PASTORALE
- Oggi è in distribuzione nelle chiese l’Amico della Famiglia di marzo.
- Domenica 17 marzo alle 16 al Monastero delle Adoratrici “Le voci di S. Salvatore” e “The Savior Boys” propongono letture e canti ispirati alla “Laudato si’”.
- Lunedì 18 marzo i Sacerdoti del Decanato di Seregno Seveso avranno la loro giornata di ritiro spirituale quaresimale al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso.
- Giovedì 21 marzo ci sarà il Pellegrinaggio a Brescia e Concesio, in particolare nei luoghi della nascita e dell’inizio della vita sacerdotale del Papa San Paolo VI.
- Venerdì 22 marzo alle 19.30 all’Oratorio di S. Ambrogio ci sarà la “Cena povera“ a sostegno della Carità quaresimale.
- Sabato 23 marzo nel rito ambrosiano c’è la liturgia della “Traditio Symboli”. In Duomo a Milano alla 20.45 l’Arcivescovo incontra i giovani della Diocesi e i catecumeni adulti che riceveranno il Battesimo nella Veglia Pasquale.
- Domenica 24 marzo nel pomeriggio i cresimandi di tutta la Diocesi si troveranno allo Stadio S. Siro a Milano nell’annuale incontro con l’Arcivescovo.
- Domenica 24 marzo in Oratorio S. Rocco alle 19 ci saranno le Confessioni pasquali per gli adolescenti e alle 19.30 quelle per i 18-19enni e i giovani.
- Continua la raccolta caritativa della Quaresima 2024 a favore di famiglie nella Chiesa di Armenia. In ogni parrocchia c’è una cassetta dove deporre l’offerta.
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GIORNATA MISSIONARI MARTIRI: "UN CUORE CHE ARDE"
IN CAMMINO VERSO LA PASQUA
Ti chiediamo, Signore Gesù, di guidarci nel cammino verso la Pasqua.
Ciascuno di noi intuisce che tu, andando in questo modo a Gerusalemme, porti in te un grande mistero, che svela il senso della nostra vita, delle nostre fatiche e della nostra morte, ma insieme il senso della nostra gioia e il significato del nostro cammino umano. Donaci di verificare sui tuoi passi i nostri passi di ogni giorno. Concedici di capire come tu ci hai accolto con amore, fino a morire per noi, donandoti per la salvezza di tutto il mondo. Solo allora potremo vivere nel tuo mistero di morte e di risurrezione, mistero che ci consente di andare per le strade del mondo non più come viandanti senza luce e senza speranza,
ma come persone liberate della libertà dei figli di Dio.
(Carlo Maria Martini)