La malattia, la morte, le esequie e il ricordo dei defunti sono argomenti di cui non si parla volentieri, eppure riguardano situazioni decisive che toccano intensamente la vita delle persone e delle famiglie.
Come sacerdoti, col consiglio dei più vicini collaboratori, pensiamo sia opportuno dire qualcosa al riguardo per orientare cristianamente lo sguardo su queste realtà, particolarmente in un tempo di profondo smarrimento com’è quello che stiamo vivendo proprio riguardo ai valori dell’esistenza, al senso del vivere, del soffrire e del morire.
Soprattutto in questo tempo ci è caro ripetere il Vangelo della speranza e quella parola tante volte ripetuta nella Sacra Scrittura: “Non temete!”. “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo: non è qui, è risorto” (Lc 24, 5). Grazie a Gesù questa parola evangelica si può dire di tutti i nostri cari defunti.
Rinnovando la nostra vicinanza alle famiglie nel momento della sofferenza, cogliamo questa occasione per dare alcune indicazioni pratiche relative alla cura pastorale della malattia, della morte e della memoria dei defunti.

La malattia grave o l’infermità
“Signore, se tu vuoi puoi guarirmi” (Vangelo di Marco 1, 40).
Il sacerdote, accompagnando le diverse stagioni della vita delle persone, desidera essere presente, per quanto possibile, anche nel tempo della malattia grave o della infermità, per offrire la cura spirituale a chi non è più in grado di uscire di casa per recarsi in chiesa.
La visita e la S. Comunione ai malati e agli anziani.
Su invito degli interessati o dei familiari, periodicamente il sacerdote può portare in casa il conforto spirituale della Confessione e della Comunione. Per chi lo desidera c’è anche la possibilità di ricevere la Comunione portata, con maggior frequenza, da un laico ministro straordinario dell’Eucaristia.
L’Unzione degli Infermi.
Quando si ritiene opportuno si può chiedere al sacerdote il sacramento dell’Unzione degli infermi, grazia e forza di Dio nel tempo della debolezza, segno di fede e di speranza nell’aggravarsi della malattia, gesto di conforto cristiano nella prossimità della morte. E’ bene tuttavia che la santa Unzione sia chiesta per tempo (così che non sia sempre “estrema”) e che, se possibile, sia un momento di preghiera partecipato dai familiari, in unità con la Chiesa.

Dalla morte alle esequie
“Portavano a seppellire un morto e molta gente della città era accanto alla madre. Vedendola, il Signore Gesù ne ebbe compassione e le disse: Non piangere!" (Vangelo di Luca 7,11).
Quando la morte entra in una famiglia è sempre un momento delicato e di forte sofferenza. Il sacerdote vuole essere vicino alla famiglia per portare una parola di fede e di conforto, nel nome del Signore e anche da parte della comunità cristiana.
La visita in casa.
Alla morte di una persona è bene che i familiari prendano contatto con la parrocchia. Quando il defunto è nella propria abitazione o anche alla “Casa funeraria”, il sacerdote viene per una breve preghiera.
La preghiera serale.
E’ bene che in un momento serale i familiari, i parenti, gli amici e i vicini si ritrovino in casa per un momento di preghiera. Non sempre - soprattutto nelle parrocchie più grandi - potrà essere presente il sacerdote e, dunque, invitiamo a vivere autonomamente questo momento (che può essere il Rosario o un’altra preghiera). Potete richiedere i testi ai sacerdoti.
Il corteo funebre.
I cortei funebri sia dalla casa alla chiesa, sia dalla chiesa al cimitero non sono più in uso da tempo e sono ufficialmente soppressi.
Il Rosario in chiesa.
Se i familiari lo desiderano è assai raccomandabile arrivare in chiesa almeno venti minuti prima delle esequie per pregare comunitariamente il Rosario.
Le esequie
È il momento intenso e significativo durante il quale – mentre nella preghiera portiamo al Signore chi ci ha lasciato – professiamo la nostra fede in Gesù Cristo morto, risorto e vivente nell’eternità, dove sono anche i nostri cari defunti. La celebrazione si svolge secondo la liturgia funebre ed è uguale per tutti. Eventuali commemorazioni o preghiere – scritte e precedentemente concordate con il celebrante – possono aver luogo al termine del rito sul sagrato della chiesa.
È cosa buona che i familiari del defunto, se possibile, partecipino alla celebrazione facendo la Comunione, premettendo opportunamente la Confessione che può essere chiesta al sacerdote.
Le condoglianze.
Ci sono diversi momenti per le condoglianze ai familiari: presso la casa, fuori dalla chiesa prima del funerale o dopo la conclusione del rito sul sagrato; non è opportuno invece che avvengano durante la preghiera del Rosario in chiesa o mentre si passa per la Comunione durante la Messa.
La preghiera di benedizione e di congedo.
Al termine della Messa il sacerdote esce dalla chiesa precedendo il feretro dietro al quale si forma il corteo a cominciare dai familiari, seguiti da tutte le altre persone presenti. All’esterno della chiesa, mentre sono ancora tutti presenti, in un clima di silenzio e raccoglimento, c’è la preghiera del saluto cristiano e la benedizione del defunto che avverrà in questo momento e non al cimitero.
La cremazione.
Capita sempre più di frequente che il defunto sia portato alla cremazione. Tuttavia il funerale si celebra sempre con la presenza della salma: è il segno del corpo onorato nella sua interezza con l’acqua battesimale e con l’incenso.
La scelta della cremazione è accettata anche dalle norme ecclesiali, purché non avvenga in spregio alla dottrina cristiana della risurrezione dei morti, anche se la Chiesa - per ininterrotta tradizione - preferisce la sepoltura. Per lo stesso motivo non si ritiene coerente con la fede cristiana la “dispersione delle ceneri” o la loro conservazione in casa, seppur permesse dagli attuali regolamenti civili. Il luogo cristiano per il riposo dei defunti è il cimitero!

Il ricordo e la preghiera per i defunti
“Essi sono nelle mani del Signore, sono nella pace e vivono in Dio”
(Libro della Sapienza 3,1).
La domenica che segue la celebrazione delle esequie, nelle preghiere dei fedeli, vengono ricordati i defunti della settimana appena trascorsa. È un modo eccellente con cui la comunità prega e ricorda i suoi fratelli e sorelle.
Il primo sabato di ogni mese ai cimiteri di Seregno (in via Reggio e a S. Carlo) alle ore 11.00 ci sarà il rosario e la celebrazione di suffragio - presieduta a turno da uno dei sacerdoti delle parrocchie di Seregno - con la preghiera e la benedizione particolare per tutti i defunti del mese precedente che verranno ricordati nominativamente.
Nel giorno anniversario o in altre circostanze è bello chiedere che la comunità preghi per il proprio caro, anche se in OGNI Messa vengono ricordati tutti i nostri cari defunti. Negli orari stabiliti, in segreteria è possibile “segnare” (come si usa dire!) la santa Messa che non è mai la “mia” Messa o quella del “mio” defunto. MAI. È invece la Messa durante la quale chiedo alla comunità e alla Chiesa intera di pregare per l’anima dei miei cari.
La mia offerta libera è per la comunità e i suoi bisogni e non per “comprare” la Messa! La sofferenza e la morte dei nostri cari diventino occasione di riflessione, di condivisione solidale del dolore, di preghiera e di rinnovata fede in Cristo, Signore dei vivi e dei morti.

DON FABIO E I SACERDOTI DELLA COMUNITÀ PASTORALE DI SEREGNO
Si ricorda l’opportunità del gesto semplice e tradizionale di una libera offerta alla parrocchia in occasione del funerale dei propri cari.

Ammalati e Esequie