È sempre motivo di commozione quando un uomo e una donna si scambiano il consenso: osano, infatti, scambiarsi parole assolute e tenere nel contempo, parole contagiose e cariche di desiderio di amore. Se state leggendo è perché sicuramente siete in qualche modo direzionati al “sì” che ci si scambia quando ci si sposa: ebbene, questo consenso ha qualcosa a che fare con Dio … proprio con Colui che ha creato l’uomo e la donna.
Molti cristiani non praticanti o lontani dalla Chiesa sentono il bisogno di sposarsi in Chiesa! Tra loro, purtroppo, c’è chi pensa di usare la Chiesa come semplice “stazione di servizio”, che conferisce alle nozze una certa solennità, ma la maggior parte di essi lo chiede proprio perché è innata la sensazione
che il cammino a due non sia così scontato e ha a che fare con la benedizione di Dio. Non è però il momento di fare troppi discorsi: già vi immaginiamo quando cercherete il prete e vi vedremo arrivare mano nella mano, magari un po’ timorosi perché non ci conoscete, ma con il sorriso perché … volete sposarvi! Ecco: noi vorremmo stare a guardarvi in silenzio, perché il vero discorso e la parola più bella siete già voi! Anzitutto per i vostri genitori, per la nostra comunità, per i vostri amici: parlateci dell’amore con il vostro stile di vita, con le vostre scelte, con il vostro modo di sposarvi!
Ne abbiamo tutti bisogno!
La Chiesa e i vostri sacerdoti vi stimano già e intendono accompagnarvi in questa stagione speciale del vostro cammino: ecco perché vorremmo offrirvi qualche suggerimento per introdurvi nel percorso che vi porterà al Matrimonio. Scusate se – magari – saranno indicazioni scontate, banali o, per qualcuno anche strane: purtroppo la distanza di fatto (non voluta o scelta) dalla Chiesa, dalla pratica della fede, dalla normalità della vita parrocchiale costringono a scendere nel “molto concreto”, onde evitare equivoci o aspettative lontane da una “normalità” sconosciuta …
Che bello se …
- Che bello se potessimo incontrarci con calma e condividere i vostri desideri e i vostri sogni! Alcuni arrivano con già tutto stabilito: data, ora, modalità e a volte … stramberie. Il prete è automaticamente condannato a fare la parte di chi rompe le uova nel paniere e stronca le aspirazioni di due futuri sposi che, “con tutto quello che c’è in giro”, hanno deciso addirittura di sposarsi in Chiesa! Appunto, la Chiesa … Ma la Chiesa non può essere interpellata per ultima! È un’occasione per riprendere i contatti con la sua realtà “normale”.
- Che bello se venite voi e non mandate parenti o amici, anche solo per informazioni. È un’occasione per imparare a conoscersi come persone dello stesso quartiere, che condividono la stessa fede.
- Che bello se quando venite potremo ascoltare il racconto di come vi siete conosciuti! Non è curiosità: è godere di come l’Amore si fa strada e cerca casa da voi … perché Dio bussa al cuore di ciascuno in mille forme, tempi e occasioni. E quando è Lui … si riconosce! Vi ascolteremo pensierosi quando racconterete del fallimento dei vostri amici, a volte – purtroppo – anche quello del matrimonio dei vostri genitori … Vi ascolteremo commossi quando parlerete di come intendete la fedeltà, l’unione, la famiglia … Vi domanderemo della vostra fede, quella del Battesimo che i vostri genitori vi hanno donato, della Cresima che avete ricevuto, quella fede che vi ha portato qualche volta a Messa, quella fede che serve per sposarsi in Chiesa! Alcuni si rifanno ai soliti luoghi comuni, altri vogliono sinceramente mettersi in discussione perché capiscono che il punto è proprio la fede che non dipende da quello che penso io, dal prete più o meno simpatico, da cristiani più o meno coerenti: e che per fare un discorso di fede si parte dalla croce di Gesù e dalla sua Resurrezione, non da altro! Vi diremo anche che la fede, come l’amore, se è autentica si manifesta e si esprime esternamente; vi diremo che sposarsi in Chiesa non significa sposarsi in un edificio o nella chiesa “che mi piace”, ma sposarsi facendo parte di una comunità; vi diremo che è fondamentale che la coppia che si sposa in Chiesa partecipi alla Messa domenicale, perché è lì – e solo lì – che trova e ritrova il modello di quell’Amore che è chiamata a vivere nella sua unione, cioè il dono totale di sé stessi come Gesù sulla croce. Insomma, è un’occasione per riappropriarsi di una fede mai perduta, solo trascurata e fatta diventare un pochino irrilevante nella “normalità” …
I suggerimenti
- La Chiesa nella quale vi consiglieremo di sposarvi sarà la parrocchia dove andrete ad abitare e a vivere. Questo come segno di presa di distanza dal passato e dalle vostre tradizioni, per cominciare davvero “la vostra storia”. Ci possono essere mille altri motivi per sposarsi ovunque, tutti leciti, ma è giusto ascoltare anche il mille e uno, che magari ha le sue ragioni, per aiutare la coppia a prendere la sua propria strada e non invece ancorarsi al passato o alla chiesa dove sicuramente non ci si metterà più piede o ci si andrà in maniera nostalgica e distante dalla normalità.
- Fisseremo il giorno e l’ora: vi ricordo che qui a Seregno nessuna parrocchia sposa di domenica, per ragioni ovvie. Qualcuno insiste dicendo che i parenti hanno attività che non possono lasciare: ma al funerale di qualcuno, costoro non andranno per tenere aperto il negozio?
- Vi richiameremo energicamente al fatto che per sposarsi in Chiesa non ci vogliono soldi. Vi spiegheremo gli inganni che potrete incontrare preparando il vostro matrimonio. Raggiri per i quali, alla fine, sposarsi in Chiesa non ha gran significato, se non per quel che si spende o per la stranezza che si riesce a inventare … Vi metteremo in guardia da tutto il giro d’affari che si è creato intorno alla cerimonia, a discapito del suo significato, bello e genuino.
- Vi inviteremo a sognare una cerimonia semplice, carica di significati, con degli abiti belli, ma non sfarzosi; abbellita da fiori sobri, fotografata da gente discreta e rispettosa, che sa di essere in chiesa a lavorare, non su una passerella di artisti. Una cerimonia festosa, ma non arrogante; partecipata grazie al libretto che preparerete per aiutare tutti.
- Vi chiederemo come primo passo, quello di compiere il percorso in preparazione al matrimonio cristiano, ovvero iscriversi, in base alle proprie occupazioni e in base alla data del matrimonio, al cosiddetto “Corso fidanzati”. Anche qui: la logica del matrimonio cristiano vuole che lo si faccia con coppie con cui si avrà a che fare in futuro! È un’occasione per creare amicizie importanti per il vostro cammino con persone che ritroverete quando girerete per supermercati o con vostro figlio alla scuola dell’infanzia. Ci possono essere, però, anche motivi per fare il “corso” con gente – purtroppo – che non incontrerete più … E questi incontri, vale la pena sottolinearlo, non riescono a sostituire quella partecipazione alla vita normale della Chiesa: sono solo un piccolissimo seme per il futuro. Rappresentano una scommessa di ripresa per la vostra fede, sulla quale scegliere di fondare la vostra famiglia.
- Vi accenneremo ai certificati di Battesimo e di Cresima (soprattutto se prevedete che si farà fatica a ritrovarli), essenziali per aprire il vostro fascicolo matrimoniale. Essi, normalmente, hanno valore di 3 mesi, prima del consenso, e 6 mesi dopo il consenso, come gli altri documenti: sapendo queste cose faremo delle proiezioni per calcolare i tempi di preparazione dei documenti, specialmente se provenite da situazioni “particolari” (già sposati civilmente, precedenti matrimoni in attesa di sentenza di divorzio, il partner è di un’altra confessione religiosa, è ateo, straniero…).
- Al termine del percorso in preparazione al matrimonio e con la dovuta documentazione, sarà possibile fissare il consenso (o “esame dei nubendi”), che è l’ultimo anello di una catena che vi ha condotti alla consapevolezza del vostro “sì”!
Vi saluteremo, infine, con affetto, contenti di avervi incontrato e di aver incominciato a volervi bene.
DON FABIO