Restauri

Dallo scorso mese di giugno e nei mesi successivi la Basilica S. Giuseppe è stata interessata dal secondo lotto di interventi di restauro su progetto dello studio dell’architetto Carlo Mariani e che hanno riguardato la navata circolare, la cupola e le quattro cappelle. 

Queste ultime sono ancora coperte dai ponteggi per ultimare le operazioni di restauro dei preziosi altari in marmo e degli altri apparati decorativi che le adornano. 

Il periodo di chiusura della Basilica, dal 15 luglio al 9 agosto, con riapertura per le messe del sabato e della domenica, ha permesso di abbattere notevolmente le tempistiche per quanto riguarda le operazioni di tinteggiatura delle specchiature, delle nicchie e delle arcate della navata circolare e di quelle della cupola. Operazioni effettuate sempre dalla ditta F.lli De Carlini di Macherio, che aveva lavorato anche durante il primo lotto di restauro nelle aree dell’antico e del nuovo presbiterio l’anno passato. 

Ora entrando in chiesa si può ammirare l’architettura della Basilica maggiormente valorizzata, anche grazie al ristabilimento cromatico fra gli elementi architettonici “portanti” e “portati”. 

Sono state valorizzate le sei grandi nicchie vuote della navata circolare, quali elementi scultorei, grazie all’aggiunta di una cornice in gesso, presente anche fino alle trasformazioni novecentesche, che ne evidenzia maggiormente l’intento scultoreo ed è stato ristabilito il colore bianco, come quello delle nicchie che ospitano le grandi vetrate poste sopra gli ingressi laterali alla Basilica, nell’area presbiteriale. 

Durante le operazioni di tinteggiatura delle cornici, degli archi e delle specchiature della grande cupola, sono state pulite le scritte collocate sull’ordine superiore del tamburo, da tempo non più visibili poiché ricoperte di sporco, nero fumo e polvere, accumulati negli anni.

Una volta pulite si è riscoperto il colore dorato ed è stato appurato che sono ricoperte da foglia in simil oro. Ora, grazie alla pulitura, sono nuovamente leggibili e riflettono la luce proveniente dalle otto grandi finestre del tamburo. 

Le lettere delle Beatitudini collocate nelle specchiature dell’imposta del tamburo al di sotto della balconata, furono collocate negli anni Ottanta. Una volta viste da vicino grazie ai cestelli si è appurato essere in legno dipinto con un colore scuro, molto probabilmente per richiamare il colore che si pensava fosse la cromia reale delle lettere in alto, sopra citate, con la volontà di uniformarle cromaticamente, non sapendo che il colore scelto era frutto dello sporco. 

Per questo motivo si è deciso di mantenere la corrispondenza cromatica con quelle superiori e sono state a loro volta rivestite in foglia simil oro. E’ stata restaurata anche la ringhiera metallica della balconata, della quale risaltano lucenti i sedici pomi d’ottone, anch’essi restaurati e lucidati. 

Le operazioni di restauro delle cappelle della Basilica S. Giuseppe hanno coinvolto la restauratrice Chiara Ferrario e la sua collaboratrice Corinna Cappelletti per la pulitura dei marmi degli altari, il restauro degli affreschi e il discialbo dalle vernici sovrammesse e le maestranze della ditta F.lli De Carlini per le tinteggiature. 

Iniziando da quella della Beata Vergine Immacolata, le decoratrici Mirca e Claudia Pomponio della ditta F.lli De Carlini hanno dorato in foglia simil oro gli elementi decorativi della cornice, che era stata coperta nella sua totalità dalla vernice bianca e le lettere presenti sulla volta; sempre in volta, invece, la restauratrice Chiara Ferrario ha eseguito un discialbo per riportare alla luce un affresco, che era visibile in una foto d’epoca, raffigurante un angelo con strumento musicale e spartito; sono stati cercati anche altri affreschi ma non sono stati risparmiati dai rifacimenti. L’affresco rinvenuto, venne preservato dall’arch. Ottavio Cabiati quando negli anni Cinquanta aveva condotto il restauro della cappella, per poi essere coperto negli anni Sessanta dall’arch. Luigi Brambilla, il quale vi ha collocato scritte e stelle riferite alla Vergine, che verranno comunque conservate in loco per evidenziarne la stratificazione storica. 

Anche nella cappella del Crocifisso sono stati rinvenuti due affreschi, risalenti molto probabilmente ai primi anni dell’Ottocento, che raffigurano la Madonna e S. Giovanni dolenti ai piedi della Croce, sulla parete di fondo ai lati dell’altare risalente al 1790, come ricorda un’incisione trovata durante le operazioni di pulitura su uno degli elementi marmorei che lo compongono. In accordo con il funzionario della zona di Monza della Soprintendenza, l’arch. Carlo Catacchio, si è deciso di riportarli alla luce come testimonianza storico-artistica delle diverse fasi decorative che la Basilica ha avuto nel tempo, a partire dalla sua apertura al culto avvenuta nel 1781. Dagli stucchi ottocenteschi sulle pareti laterali della cappella, raffiguranti i “Simboli della Passione”, sono state rimosse le ridipinture riportando alla luce le cromie originali. 

Nella Cappella di S. Giuseppe, la decoratrice Anna Laura Denova ha eseguito le dorature della cornice e degli elementi in stucco risalenti agli anni Sessanta, che erano rimasti a lungo incompiuti, su modello della cappella “gemella” dei Santi Carlo e Francesco, l’unica che presenta dorature in oro zecchino. In quest’ultima cappella oltre alle lavorazioni comuni alle altre cappelle, sono stati restaurati i due affreschi della volta raffiguranti i Santi Vittore e Ambrogio. 

E’ stata inoltre ricollocata e assicurata la croce in marmo che era conservata in Basilica e che molto probabilmente, in un periodo storico non ancora definito, era caduta dalla cima dell’altare del Redentore coi Santi Carlo e Francesco e non era stata più ricollocata.

I lavori si può dire che siano alle battute finali poiché mancano i nuovi corpi illuminanti a LED che saranno posizionati da Si-Fra S.r.l. e che, come nel primo lotto, garantiranno un risparmio energetico e un comfort visivo dei fedeli e dei celebranti durante le funzioni, ma saranno anche necessari al fine di valorizzare l’architettura della Basilica, delle sue cappelle e di tutti i suoi apparati decorativi.

 Fabio Valtorta


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