Giornata Missionaria Mondiale

Domenica 20 ottobre si celebra la Giornata missionaria mondiale, un appuntamento tra i numerosi del calendario sia religioso che laico.

Ma la giornata missionaria resta sempre un po’ speciale, perchè accende i riflettori e dunque fa sì che ci si accorga, si ricordi, si sappia che ci sono persone di ogni età e condizione sociale che spendono parte e in molti casi tutta la loro vita per annunciare il Vangelo e al contempo incarnarlo, renderlo vivo e concreto con aiuti materiali di ogni genere, educazione, cura, formazione al lavoro, imprenditoria un po’ in ogni parte del mondo, secondo la felice espressione ‘evangelizzazione e promozione umana’, laddove c’è gente che ancora non ha vita degna come dovrebbe essere di ogni persona umana, vuoi per la povertà vuoi per i sistemi di governo, le logiche geopolitiche, i fanatismi e le ideologie e sempre di più anche per le guerre.

A istituire la giornata missionaria mondiale, non so quanti lo sappiano o ricordano, è stato papa Pio XI, ovvero il desiano Achille Ratti, nel 1926, quasi cento anni fa. La data è sempre rimasta la stessa ovvero la penultima domenica di ottobre.

Negli anni e decenni la figura per molti versi ‘mitica’ dei missionari (nello stereotipo uomini vestiti di bianco spesso con la barba lunga, la pelle cotta dal sole) si è andata via via modificando soprattutto perchè molti laici, uomini, donne, giovani e persino famiglie si sono aggiunti a preti, frati, suore, anche sulla spinta e per effetto del Concilio Vaticano II e della ‘Ad gentes’, il documento che ha riscritto le ragioni e le modalità della azione missionaria della Chiesa nel mondo. Un decreto approvato con 2394 voti a favore e 5 (!) contrari dei vescovi riuniti in Concilio e promulgato da papa Paolo VI il 7 dicembre del 1965 (il prossimo anno giubilare ne ricorderà il 60° anniversario). 

Orbene, al netto di una secolarizzazione galoppante anche dalle nostre parti, quanto di un affievolimento, quando non proprio un lento ma costante oblio della pratica religiosa a cominciare dalla frequenza alla messa festiva, la giornata missionaria mondiale anche nella comunità cristiana cittadina è un appuntamento ancora molto sentito e partecipato. In Basilica S. Giuseppe terrà le omelie come da tradizione un missionario saveriano della casa di Desio, nella fattispecie il rettore don Franco Benigni mentre sotto il colonnato si venderanno cibarie il cui ricavato sosterrà i missionari. A S. Ambrogio il locale gruppo sempre molto attivo e creativo anche sul piano liturgico e catechetico ha invitato per un testimonianza la coppia Alice e Roberto Venanzi che l’anno scorso con i tre figli è stata missionaria per alcuni mesi nella regione amazzonica della Bolivia. Anche lì ci saranno banchetti della solidarietà per sostenere la comunità gemellata di Blinisht in Albania (e per anni fu sostenuta la missione in Congo di padre Ferdinando Colombo). A San Carlo si opererà per rinnovare l’adozione a distanza di una bimba indiana che prosegue da anni. A S. Valeria altre iniziative in aggiunta all’operato dei giovani della Pagoda della solidarietà che grazie alla sagra di aprile sostiene opere missionarie come quella del seregnese don Luciano Mariani in Madagascar dove gli stessi giovani sono stati a lavorare durante l’estate. Al Lazzaretto don Michele Somaschini dopo il nuovo viaggio in Terra santa rilancia il grido dei cristiani di quella terra martoriata dalla guerra “Non dimenticateci” raccogliendo fondi per aiuti concreti.

E via di questo passo, sicuramente dimenticando qualcuno e qualcosa pure di importante. 

Con in più la presenza di tre associazioni tutte di laici che da un trentennio, chi più chi meno, agiscono con uomini e mezzi in Asia (Auxilium India), in Africa (Gruppo Solidarietà Africa più noto come GSA), in America Latina (Associazione Carla Crippa operante in Bolivia). Realtà nate sulle orme di una suora, Camilla Tagliabue, o di una laica, Carla Crippa, o per esperienze e conoscenze dirette di situazioni di povertà e bisogno anche sanitario.

Due di queste la scorsa settimana si sono incontrate in una serata in stile missionario per la coincidenza di visite importanti di rispettivi punti di riferimento (due vescovi per la Carla Crippa, due religiosi per il GSA, articolo a pagina 14. L’incontro è avvenuto alla Casa della Carità dove la missionarietà, anzi l’evangelizzazione e promozione umana della ‘porta accanto’ è di fatto pratica di tutti i giorni. 

Non c’è proprio di che lamentarsi anche se si può fare tanto e molto di più.                

 Luigi Losa