Con le altre modalità e condizioni previste per l’Anno Santo

C’è anche il digiuno digitale tra le indicazioni che la Penitenzieria apostolica indica tra le pratiche utili ad acquisire l’indulgenza plenaria, in aggiunta alle consuete modalità, in occasione del Giubileo 2025 (il cui motto è “Pellegrini di speranza”) che inizierà il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa. 

E’ la novità più eclatante nel documento reso noto il 13 maggio che enumera le prescrizioni da osservare. Dunque l’antichissima pratica delle indulgenze (che furono, va ricordato, tra i principali motivi della Riforma di Lutero, che le bollava come “reti con le quali si pescano le ricchezze degli uomini”) si allinea alle tecnologie e soprattutto ai comportamenti degli uomini: chi di noi non ha in mano ogni giorno, e per lungo tempo, uno smartphone? Chi di noi non lavora col computer? Chi non è ammaliato da internet, dai social o dalla televisione?

“L’Indulgenza plenaria giubilare - prescrive il documento della Penitenzieria - potrà essere conseguita anche mediante iniziative che attuino in modo concreto e generoso lo spirito penitenziale che è come l’anima del Giubileo, riscoprendo in particolare il valore penitenziale del venerdì: astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali, indotte ad esempio dai media e dai social network) e da consumi superflui (per esempio digiunando o praticando l’astinenza secondo le norme generali della Chiesa e le specificazioni dei vescovi), nonché devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita in ogni sua fase e della qualità stessa della vita, dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi o soli, dei migranti dai vari Paesi che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per se stessi e per le loro famiglie; dedicando una congrua parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato, che rivestano interesse per la comunità o ad altre simili forme di personale impegno”.

Tutto ciò a fianco delle altre modalità tradizionali per lucrare l’indulgenza: il pellegrinaggio a Roma o in Terra Santa o nelle altre circoscrizioni ecclesiastiche; le visite ai luoghi sacri; le opere di misericordia e penitenza (tra cui rientra quanto riportato sopra).

Papa Francesco ha già reso noti i suoi tre “sogni” per il Giubileo: tacciano le armi, abolire la pena di morte e i debiti per i poveri. Auspica la creazione di un Fondo per abolire la fame. Nella bolla di indizione del Giubileo Ordinario del 2025, il Santo Padre, nel momento storico attuale in cui “immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza”, chiama tutti i cristiani a farsi pellegrini di speranza. E poi dichiara che il dono dell’Indulgenza “permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio. Non è un caso che nell’antichità il termine «misericordia» fosse interscambiabile con quello di «indulgenza», proprio perché esso intende esprimere la pienezza del perdono di Dio che non conosce confini”. L’Indulgenza, dunque, è una grazia giubilare.

Paolo Cova