La riflessione del diacono don Ludovico Pileci
Con la solennità della Pentecoste si conclude il tempo pasquale. Essa, celebrata cinquanta giorni dopo la Pasqua, mette al centro lo Spirito Santo, guida e sostegno della Chiesa in missione lungo il tempo e la storia.
La centralità dello Spirito garantisce, così, alla Chiesa il suo camminare sulla via del Signore, fedele ai suoi insegnamenti e alla sua Parola, fino al giorno del Suo ritorno nella gloria alla fine dei tempi.
Il tempo dopo Pentecoste, che si estende fino alla prima domenica dopo il martirio del Precursore, ha così il compito di mostrare l’azione della Chiesa già dal tempo degli apostoli e, allo stesso tempo, manifestare l’azione di Dio che, fin dall’origine del mondo, ha creato l’uomo per la relazione con Lui, suo Creatore e Padre.
In questo tempo liturgico, segnato dal colore liturgico rosso, sono collocate numerose festività importanti, in particolare: la Santissima Trinità, il Corpus Domini, il Sacratissimo Cuore e la Trasfigurazione del Signore.
Queste solennità, così decisive per la fede e la devozione, hanno un compito fondamentale: centrare la nostra fede in Dio, Padre e Creatore di tutto, nel Figlio Gesù Cristo che per noi è morto ed è risorto e che nell’Eucaristia ci ha donato il pegno della gloria celeste, e nello Spirito Santo, amore sconfinato.
Un brano sicuramente significativo e da meditare in questo tempo è proprio quello che racconta la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli:
“Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. (At 2, 2-4).”
Questo racconto, tanto significativo quanto reale, mostra la potenza di Dio che, come vento impetuoso, raggiunge gli apostoli e, attraverso di loro, tutti coloro che incontravano.
Lo Spirito è capace di raggiungere tutti e utilizza anche noi, con le nostre miserie e le nostre fragilità per arrivare dove e a chi desidera.
Gli apostoli si sono fatti, così strumento dello Spirito, sono stati docili alla sua azione.
Anche noi, oggi, come Chiesa, come comunità cristiana e come singoli cristiani dobbiamo essere docili allo Spirito che vuole smuoverci alla testimonianza, al lieto annuncio che Cristo è risorto ed è presente nella sua Chiesa, perché ci ha donato il suo Spirito!
Di questo noi siamo testimoni, di questo vogliamo essere annunciatori, di questa verità che cambia la vita, di questa certezza che dona speranza e pace nei cuori, di questo amore che arriva come vento gagliardo e desidera rimanere nella nostra vita.
Che il tempo dopo Pentecoste possa essere occasione di maggior consapevolezza della missione a noi affidata, come Chiesa e come cristiani, discepoli di Gesù.